La storia comincia nel 1885 – ufficialmente nel 1887 – 88, per la Camera di Commercio – quando Leopoldo Giusti rileva a Bologna un negozio di cappelli. Sono gli anni in cui Bologna, città delle “cento torri” ma anche delle cento chiese, si scrolla dalle spalle il suo passato papalino e apre la via dell’Indipendenza, sulla quale, forse non a caso, si affaccia la nuova “Cappelleria Giusti”.
La storia continua nel 1919 con Armando, figlio di Leopoldo, che apre un nuovo negozio nella nuovissima via Rizzoli, da poco creata dall’architetto Rubbiani sui resti delle “cento torri” medievali; la via forse più rappresentativa del nuovo corso di Bologna. Sono anni ricchi di illusioni, le luci del nuovo secolo accendono le notti della città, i “biasanôt” non trovano mai la voglia di tornare a casa. Anni mitici, di un saper vivere tutto bolognese, in cui Armando e i suoi amici salgono sul treno per Parigi e trovando che il cuoco ci sa fare, decidono di tornare a Bologna senza scendere dal treno, per continuare la degustazione. Forse un po’ di merito va anche a queste storie di amicizia e di passione per il bello, se l’elegante negozio di via Rizzoli diviene presto punto d’incontro della cultura e dell’arte della città: nello splendido ambiente liberty, firmato da Melchiorre Bega e dal pittore Cadorin, sono assidui clienti Arturo Toscanini, Tito Schipa, Beniamino Gigli, Ferruccio Tagliavini, Aureliano Pertile e molti altri. É Armando Giusti, grande appassionato di lirica e abile “public relation man”, che sa assicurarsi la loro presenza, e insieme quella del mondo universitario: tutti i Rettori e i docenti che di quegli anni, sono clienti assidui. Al bel negozio e alla bella clientela, Armando aggiunge anche un portfolio di marchi di prestigio: Giusti diventa la prima azienda a Bologna e importare celebri marchi inglesi come Lock e Tress.
Vengono poi gli anni, meno spensierati, della guerra. Un’unica bomba cade in via Rizzoli e distrugge il negozio. Un anno dopo, nel 1944, Armando scompare prima di riuscire a portare a termine la ricostruzione. I bombardamenti e le sventure non riescono a togliere il gusto di vivere ai bolognesi e non piegano la tenacia di Laura, triestina fiera ed elegante, moglie di Armando, che nel 1945 riapre il negozio. Qualche anno dopo la affianca il figlio Giancarlo: insieme, cominciano a dare impulso moderno all’attività e a introdurre nel negozio anche altri accessori di abbigliamento. Gli anni della guerra sono sempre più lontani, Bologna cambia abitudini, mentre cresce la voglia di cose belle ed eleganti, ed ecco che cambia anche il vecchio negozio: la “Cappelleria Giusti”diventa boutique di abbigliamento maschile e si trasferisce nella prestigiosa sede di galleria Cavour. Nel 2008 comincia una nuova avventura nella storica via Castiglione.
Se oggi il nome Giusti è ancora sinonimo di “vestire bene” a Bologna, se ancora oggi abbiamo una clientela ” di padre in figlio”, è perché continuiamo a mantenere saldi i punti di riferimento della nostra storia aziendale e familiare: il bello e l’arte di saper vivere.